Il contropiede politico di Ceferin «Sono stanco, non mi ricandido»
Il capo dell’Uefa sulla Superlega: «Roba da becchini del calcio»
La mossa a sorpresa di Aleksander Ceferin. Al Congresso di Parigi, in un clima avvelenato dalle ultime polemiche, il presidente dell’Uefa spiazza tutti: «Sono stanco, ho deciso di non ricandidarmi nel 2027». L’annuncio coglie inaspettata la platea di presidenti e delegati delle federazioni europee, chiamati a raccolta per votare una discussa modifica allo statuto. Una semplice ma fondamentale precisazione: qualsiasi mandato portato avanti prima del 2017 non conta. Un sostanziale via libera a una possibile rielezione dell’attuale numero uno dell’Uefa, subentrato in corsa a Platini nel 2016 e rieletto altre due volte. Con la modifica, Ceferin avrebbe potuto infrangere il tetto massimo di 12 anni, tre mandati, alla presidenza.
Pochi giorni fa Zvonimir Boban, capo del calcio dell’Uefa, si era dimesso in disaccordo con l’emendamento e aveva accusato Ceferin in una lettera. Una decina di federazioni europee (britanniche, scandinave e dell’Est Europa) sposavano la linea dell’ex milanista, pronte a dar battaglia.
La mossa del 56enne avvocato è un contropiede politico, lascia un lungo orizzonte pieno di incognite. Il mandato di Ceferin scade nel 2027, in tre anni gli scenari sono imprevedibili. Potrebbero sì emergere nuovi candidati oppure lo sloveno potrebbe rivedere la sua posizione, aggrappandosi allo spirito di servizio, spinto a ripresentarsi dalle richieste di più federazioni: una formula collaudata in politica. Ha bollato come «un patetico grido sulla moralità e un’isteria», le accuse dei frondisti e quella di Boban come «una lettera narcisistica».
A Ceferin va riconosciuto di essere stato un innovatore e un difensore del calcio tradizionale, anteponendo a tutto il merito sportivo. La regola dei tre mandati l’ha introdotta lui, soprattutto è stato lui a impedire nell’aprile del 2021 la nascita della Superlega, definita ieri «la mela di Biancaneve». Sul progetto di un calcio per soli ricchi, il presidente dell’Uefa non ha risparmiato affondi. «Alcuni cercano di calpestare e cambiare 70 anni di storia del calcio. Fanno le vittime ma sono predatori, si spacciano come salvatori ma sono becchini del calcio. I club sono liberi di partecipare a una nuova competizione, i tifosi la chiamano Zombie League. Mi hanno definito come un personaggio del Signore degli anelli, non lo sono. Non mi intessa l’Unico Anello». Tra una favola e l’altra il regno del calcio è piuttosto scosso.
Mi hanno definito come un personaggio del Signore degli Anelli, non lo sono Non mi intessa l’Unico Anello