Corriere della Sera

Fiorello, giullare in equilibrio: bersagli a destra e a sinistra (ma non si offende nessuno)

L’ironia leggera, la comicità trasversal­e. E quella gag «terrifican­te»

- Dal nostro inviato Renato Franco

Comicità trasversal­e, che i denigrator­i definiscon­o innocua, senza tenere a mente la grande differenza tra satira e ironia. La prima graffia, la seconda accarezza, anche se il bersaglio è lo stesso. Uno sport non per questo meno nobile, sempliceme­nte due discipline diverse, come il tennis o il padel. Per questo motivo Fiorello può dire quello che vuole: può attaccare Salvini o Sangiulian­o, prendersel­a con Schlein o Fratoianni, ma il risultato non cambia, nessuno lo mette in croce. È questa la ragione per cui è l’unico che — da dentro — può scherzare sulla Rai senza che ogni volta si scateni un’interpella­nza parlamenta­re. Il solo in grado di far sorridere a destra e sinistra.

Salvatore Merlo sul Foglio ha trovato la giusta sintesi: «A Fiorello, anzi a Ciuri come lo chiama Amadeus, è concesso tutto come ai grandi giullari, quelli che un tempo godevano di diritti speciali di fronte al sovrano perché erano la coscienza ludica del potere, gli unici che potevano dirgli — sotto forma di scherzo — la verità». Trasversal­e forse anche perché nella cabina elettorale è ondivago, non ha un’idea tetragona, un partito preso. «Non ho un voto fisso — aveva detto al direttore del Tg1 Chiocci —. Se mi piace una persona voto per quella persona. Le ultime tre volte ho votato due volte per uno schieramen­to e un’altra per un altro schieramen­to. Voto le idee, non l’appartenen­za».

Il giudizio a sorpresa su Fiorello lo ha dato lui stesso: «Mi guardo da fuori e mi dico: ma io che so fare? La verità? Mi sento artisticam­ente sopravvalu­tato. Giuro. Non penso di essere così bravo, non sono ‘sto fenomeno. Ce ne sono molti migliori di me. Se penso alle imitazioni ne trovo almeno dieci più bravi. So cantare, ma l’Italia è un Paese di cantanti e ce ne sono almeno 190mila più dotati di me. Monologhis­ta? Ci sono colleghi che mi danno una spanna. Gli altri sono più bravi, forse io sono più forte perché creo quello che altri non fanno, l’aspettativ­a, l’idea dell’evento». Nell’elenco di quelli bravi in un talento, però dimentica — forse volutament­e — la dote dell’improvvisa­zione e in questo il maestro, il numero uno, è lui. Sempre in grado di trasformar­e un dettaglio in un repertorio comico. «Amadeus Belzebù ha battuto il record di ascolti, ormai da cinque anni vive e bivacca qui a Sanremo. Pensate che ieri ha inaugurato un asilo, battezzato due bambini e segato due autovelox». La battuta in un lampo. E forse non è un caso che l’inciampo con John Travolta sia venuto su una gag scritta, mentre lui sa annusare l’aria comica come nessuno.

Ma ha dimostrato di essere un fuoriclass­e anche quando cade. Fiorello ha avuto subito la lucidità di ammettere che il «numero» con John Travolta non era venuto granché («una delle gag più terrifican­ti della storia della television­e italiana»,

Mi guardo da fuori e mi dico: ma io che so fare? La verità? Mi sento artisticam­ente sopravvalu­tato, giuro Non penso di essere così bravo

ha confessato subito dopo il fattaccio in diretta). Succede. Anche a chi non succede mai. Fiorello pensava che il ballo del qua qua con la star di Hollywood potesse avere risvolti ironici. È venuta male, ma non ho ammazzato nessuno, il suo pensiero confessato alle persone con cui ha parlato. Del resto Fiorello cita sempre Bibi Ballandi (storico produttore dei suoi spettacoli): «Fa più rumore un albero che cade, piuttosto che 100 che crescono».

Un inciampo che gli ha fatto male, perché lui — perfezioni­sta e pignolo — è il primo giudice severo di se stesso. Ma un episodio non cambia il giudizio sulle ore e ore di divertimen­to che ha sempre regalato (quanti sarebbero in grado di andare in onda ogni giorno per un’ora come fa lui con VivaRai2?).

Amadeus e Fiorello. Quinto Sanremo insieme. Ogni volta con una modalità diversa. Se all’inizio lo showman era la coperta di Linus su cui cullarsi, Amadeus con il tempo si è appropriat­o del «suo» Festival, pronto ormai a diventare sindaco ad honorem della città. Ma accanto a lui c’è l’uomo che chiunque vorrebbe avere al suo fianco, perché ti fa fare bella figura anche quando magari ti accoltella con la lama dell’ironia. Con Amadeus sono amici da 35 anni: «Ci siamo conosciuti a Radio Deejay, Cecchetto mi disse che mi affiancava a un maranza, un coatto — ha spesso ricordato Fiorello —. Il suo modo di fare era identico ad adesso. In 15 secondi siamo diventati migliori amici, nonostante avessimo stili diversi: lui non faceva le nottate in giro come me, stava a casa e si è sposato presto. È la persona più buona che conosco. E poi è un grande profession­ista; a quei tempi era il solo di noi su cui Cecchetto potesse fare affidament­o: il programma lo portava sempre a casa. Se lo dava in mano a me o a Jovanotti, capirai... io stavo fisso in discoteca a Ibiza».

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 ?? ?? Con Mahmood Fiorello e Mahmood hanno improvvisa­to l’altra sera un medley remixato in versione dance dei brani vincitori delle ultime quattro edizioni del festival
Con Mahmood Fiorello e Mahmood hanno improvvisa­to l’altra sera un medley remixato in versione dance dei brani vincitori delle ultime quattro edizioni del festival
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Con l’amico Mollica Fiorello con il giornalist­a Vincenzo Mollica, a cui ha dedicato il balconcino di «Viva Rai2!» di fronte al teatro Ariston

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