Corriere della Sera

Blues di Crowe, appello di Eros

L’ex Gladiatore canta con la band, Teresa Mannino diverte Ramazzotti: pace nella Terra promessa per 500.000 bambini

- Da uno dei nostri inviati Andrea Laffranchi

A ciascuno il suo. Se John Travolta balla, e non discutiamo qui dei risultati della gag di mercoledì ma il fantasma aleggia anche su questa terza serata, Russell Crowe suona. Eh già, lui si sente un musicista: «Faccio film da 35 anni, ma faccio musica da 4243 e ho registrato il mio primo album che ne avevo 17. Dopo il liceo l’obiettivo era fare quello e giravo in piccoli teatri con le mie band. Se prima di iniziare a recitare qualcuno mi avesse chiesto che lavoro facessi avrei risposto il musicista», raccontava nel pomeriggio. Barba bianca, stazza importante sebbene non muscolosa come quella del Gladiatore Massimo Decimo Meridio, Crowe ha portato a Sanremo il blues dei suoi Gentleman Barbers.

In programma c’è una canzone, «Let Your Light Shine», antipasto del tour che quest’estate porterà anche in Italia. Il rock è morto, si dice da sempre; il cinema soffre lo streaming: cosa finirà prima: «E se fosse la politica?», ridacchia. Dopo che ha rivelato di avere origini italiane, si è scatenata la caccia all’antenato. «C’è un po’ di confusione», spiega. Insomma c’è un tal Luigi Ghezzi che duecento anni fa ha lasciato l’Italia salpando «forse convinto da Garibaldi» da Ascoli Piceno verso l’Argentina, abbandonat­a poi a bordo di una nave in viaggio verso l’India ma che, causa naufragio, si ferma a Città del

Capo. Luigi si innamora, si sposa e via verso la Nuova Zelanda, terra d’origine del divo. «Sapevo che da parte di mamma c’era un parente italiano, ma non so perché all’ingresso della Nuova Zelanda abbia dichiarato di venire da Ascoli visto che era nato a Fidenza». Il capoluogo marchigian­o ha bruciato tutti sul tempo e gli ha conferito, proprio ieri, la cittadinan­za onoraria. Ci lega, lo scandisce in italiano, «un legame di sangue».

Il 16 febbraio esce Land of bad, film in cui interpreta un pilota dell’esercito americano. Il discorso si sposta sul tema della guerra e dei migranti. «Dagli sbarchi in Italia e in Grecia di un paio di anni fa ripeto che dobbiamo mettere l’umanità davanti a tutto: è gente che arriva da situazioni di disperazio­ne e sofferenza. Non capisco come siamo capaci di inventare il telefonino e non riusciamo a trovare soluzioni diverse dalla guerra». E un appello pacifista arriva anche da Eros Ramazzotti, qui per i 40 anni da «Terra promessa», che proprio da Sanremo accese la prima carriera italiana da export: «Circa 500 milioni bambini vivono in zone conflitto e non vedranno mai una terra promessa. Basta sangue e basta guerre. Pace».

La terza serata mette davanti alla giuria del televoto e delle radio il secondo blocco di cantanti; i 15 di mercoledì sono stati seguiti in media da 10 milioni 361mila spettatori, con il 60.1% di share, in calo di due punti rispetto al 2023. C’è un altro momento di riflession­e. È teatro canzone quello di Stefano Massini e Paolo Jannacci: «L’uomo nel lampo» è la commuovent­e storia di un bambino che ha perso il padre in fabbrica, simbolo della statistich­e che ci parlano di quattro morti sul lavoro ogni giorno.

La co-conduttric­e è Teresa Mannino: battuta pronta anche fuori dal copione, freschezza, ritmo, Amadeus e l’iconica scala della scenografi­a come vittime preferite. C’è la gara: si conferma la fragilità degli emergenti come Il Tre, Maninni, Rose Villain e i Bunkr44. Sono già icone di stile, oggetto di meme e post v.m. 18, e hanno una canzone che cresce: ai Santi Francesi si augura l’ultimo posto. Per fare come Tananai e tornare l’anno prossimo. Mr Rain ha un testo che ha bisogno delle istruzioni (parla della morte di un figlio), ma le canzoni non andrebbero spiegate.

Intanto Sanremo viaggia fuori dalla tv. Nelle prime 24 ore, tutta la Top 10 dello streaming arriva dal Festival, come l’anno scorso ma con un 65% di ascolti in più. Geolier stacca tutti, spingono Annalisa, Mahmood e Irama. In radio i sanremesi più trasmessi sono Annalisa, Kolors e Negramaro. La vera gara è quella.

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Ospite Eros Ramazzotti, 60 anni, ieri al Festival
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Amadeus (61 anni) e la co-conduttric­e della terza serata del festival Teresa Mannino (53) si esibiscono in un casqué. Nel tondo, Russell Crowe (59): il divo si è esibito con la sua band, i The Gentleman Barbers
Casqué Amadeus (61 anni) e la co-conduttric­e della terza serata del festival Teresa Mannino (53) si esibiscono in un casqué. Nel tondo, Russell Crowe (59): il divo si è esibito con la sua band, i The Gentleman Barbers

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