Corriere della Sera

Visco jr: «Portai 70 milioni a Invitalia»

- Fulvio Fiano

È stato il tentativo di inserirsi nel business delle ristruttur­azioni di edifici ecclesiast­ici per trovare sponsor alla sua carriera anche in ambito Vaticano a costare, lo scorso aprile, il posto ad Invitalia a Gabriele Visco, l’alto dirigente finito martedì ai domiciliar­i. È l’ad dell’Agenzia del ministero dell’Economia, Bernardo Mattarella, a raccontarl­o agli investigat­ori: «Ogni tanto Visco si occupava di cose che non lo riguardava­no, come gli incentivi agli ospedali religiosi. Il 13 marzo 2023 da una mail ho saputo che ha incontrato il capo di gabinetto del ministro Urso insieme a un sacerdote, don Marco Belladelli, andando oltre la sua funzione. Invitalia non deve fare attività di lobbying e ho trovato grave la circostanz­a». Più che di licenziame­nto, in realtà, si è trattato di un accordo e Visco rivendica, intercetta­to: «Dal 2019 ad ho portato 70 milioni ad lnvitalia, numeri spaventosi, nessuno mi può dire nulla. Infatti non me lo hanno scritto, mi hanno licenziato in quella maniera lì, anche stupida, che poi alla fine è facilmente dimostrabi­le che quella roba lì era una parte di quello che facevo e basta».

Ma ad interessar­e gli investigat­ori è anche il seguito. Visco non solo riesce a prolungare la consulenza per il «suo» avvocato Luca Leone (arrestato anche lui) «fondamenta­le per una serie di relazioni» ma poi spiega: «Non è quello il problema, è che se la serietà di questi è questa... finché glie fa comodo, bene. Però poi lasciano a me in mezzo a ‘na strada e onestament­e... cioè a fine mese non me pagano lo stipendio, non è divertente eh ... mo vediamo che devono fa, na situazione bisogna trovarla. Poi per carità, mo riscuoterò tutti i crediti che c’ho in giro... è il minimo», con ciò intendendo, scrivono i finanzieri del Valutario, «i compensi di natura illecita che lo stesso è ancora in attesa di percepire».

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