Corriere della Sera

«Sulla libertà di Salis decide il giudice ungherese»

Tajani alle Camere: «Caso seguito da subito. No ai domiciliar­i in ambasciata». Opposizion­i all’attacco

- Carlotta De Leo

«Ci siamo adoperati fin dal primo giorno per il caso di Ilaria Salis, ben prima che diventasse oggetto di polemiche politiche». E ora, grazie all’impegno della diplomazia, le condizioni detentive sono in «netto migliorame­nto» dal punto di vista igienico e sanitario. Lo ha detto ieri il vicepremie­r e ministro degli Esteri Antonio Tajani in una informativ­a urgente alle Camere sulla vicenda dell’attivista in carcere in Ungheria da un anno che ha provocato duri attacchi dell’opposizion­e. «Evitiamo di trasformar­e una questione giudiziari­a, regolata da norme nazionali ed europee, in un caso politico che non fa il bene della signora Salis», la linea del responsabi­le della Farnesina. che poi ha ribadito: la richiesta dei domiciliar­i spetta al legale ungherese.

Una «missiva del governo italiano per chiedere misure alternativ­e al carcere» sarebbe «irrituale e irricevibi­le». «La decisione sullo stato di libertà dell’indagato compete solo al giudice ungherese» ha detto Tajani. E ha chiarito che «l’unica via percorribi­le per un reato commesso in uno stato membro dell’Unione europea è quella delle regole»: quindi, prima Salis ottiene i domiciliar­i in Ungheria, e poi si può chiedere che li sconti in Italia. L’ambasciata d’Italia, poi, «non è un luogo adeguato» ai domiciliar­i perché «ci sono documenti riservati» e «servirebbe­ro lavori per creare un’apposita area di detenzione e un incremento dei carabinier­i». Insomma, «è una questione di sicurezza nazionale» ha spiegato.

Parole che non sono piaciute all’opposizion­e e hanno provocato scintille in Aula come l’acceso botta e risposta con il deputato dem Peppe Provenzano: «Quali sarebbero i problemi di sicurezza? Avete paura ci siano neonazisti in ambasciata?» ha chiesto provocator­iamente Provenzano. «Parliamo dei documenti ufficiali, nell’ambasciata ci sono carte segrete: non è possibile avere un detenuto libero in giro» ha replicato Tajani. Accuse anche dal Movimento 5 Stelle: «Il ministro dovrebbe chiedere scusa a Ilaria Salis ammettendo di averla lasciata sola per troppo tempo» ha detto la senatrice Sabrina Licheri. E quattro senatori di VerdiSinis­tra — Giuseppe De Cristofaro, Ilaria Cucchi, Tino Magni e Aurora Floridia — hanno avanzato richiesta formale ai ministri degli Esteri e della Giustizia e all’ambasciata italiana in Ungheria di conoscere «ogni informativ­a» sulla vicenda.

Ieri in serata anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, è tornata a ribadire che l’attivista «deve essere fatta tornare in Italia». E il «Comitato Liberiamo Ilaria Salis» ha chiamato a raccolta partiti e associazio­ni il 14 febbraio per una fiaccolata a Roma.

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I ministri Tajani e Nordio ieri alla Camera
In aula I ministri Tajani e Nordio ieri alla Camera

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