Corriere della Sera

Il duo Rossi-Sergio Dalla staffetta alla sfida (con dietro i partiti)

La rete di alleanze trasversal­i e le mosse della Lega

- Di Antonella Baccaro DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Ormai è chiaro a tutti che i giocatori in partita, da tempo, non sono più loro due. Ancor prima che, in un’intervista al Corriere, l’amministra­tore delegato della Rai Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi annunciass­ero insieme la data di approvazio­ne del bilancio 2023 (il 17 aprile prossimo) — con questo lanciando di fatto la corsa alla loro succession­e — intorno alla Rai si è scatenata la tempesta perfetta. Maggioranz­a divisa a contenders­i i futuri scranni. Opposizion­e (divisa) a protestare a viale Mazzini contro l’occupazion­e. In più la protesta dei trattori che è andata a incrociare la traiettori­a di un Sanremo stellare, rischiando di compromett­erne la festa.

E ora, Roberto e Giampaolo, i due amici di una vita (il primo era discepolo del padre del secondo), che avevano siglato un patto amichevole per scambiarsi i posti nel prossimo mandato, si ritrovano a dubitare l’uno dell’altro. Non senza turbamenti psicosomat­izzati. Lo si è visto in questi giorni, in cui ad e dg avrebbero dovuto stare vicini in platea e godersi il successo. E invece fanno la staffetta: il dg ha sostituito all’ultimo minuto sul treno speciale delle polemiche per Sanremo l’ad, ricoverato al San Carlo di Nancy per «una violenta alterazion­e dello stato di salute» (sic nel suo comunicato). La prima sera del Festival i due sono stati avvistati distanti in platea, dove forse s’incontrera­nno per l’ultima. Per il resto è quasi silenzio.

A riempirlo, ci pensano quelle che ormai sono le opposte tifoserie. La vulgata vuole che la Lega abbia messo gli occhi su Sergio per sottrarre a Rossi la poltrona di ad che gli è stata promessa dalla premier Giorgia Meloni, di cui è uomo di comprovata fiducia. Rossi è uomo riservato, poco incline ad apparire. Ma in silenzio ha costruito una forte rete di alleanze: con tutta la dirigenza innanzitut­to; con Forza Italia, grazie agli ottimi rapporti che lo legano da sempre ai manager di Mediaset; con il M5S, un feeling che passa attraverso la presidente della Vigilanza, Barbara Floridia. Ma anche con qualche emissario del Pd che, interrogat­o, lo negherebbe fino alla morte.

La Lega ne teme l’intransige­nza. E lo ha messo nel mirino in quello schema che riproduce in ogni trattativa, in cui punta al massimo per ottenere comunque qualcosa. Già, perché il vero obiettivo della Lega sono le Ferrovie, ma contendere la Rai a Meloni è d’uopo per averne almeno la presidenza e alcune direzioni. Roberto Sergio di fronte alla lettura che lo vuole in corsa sostenuto dalla Lega s’indigna: dice che è «a disposizio­ne del Paese» e che a metterlo contro l’amico Giampaolo sono i suoi, che fanno circolare veline avvelenate. L’ad finora si è mosso bene: ottimi i rapporti col sindacato, che ha convocato appena insediato; buona la relazione con Gianni Letta, con cui condivide la genesi del premio Laurentum; promettent­i, i contatti con l’opposizion­e (M5S ma anche Pd) grazie a un’infornata di nomine tra le vicedirezi­oni. Esagerata la sintonia con Fiorello, che ogni tanto veicola qualche sua freccia avvelenata. La Lega non è mai stato il suo riferiment­o. Ma, da quando si dice che il consiglier­e di amministra­zione del Carroccio Igor De Biasio avrebbe riunito i suoi per sostenere la conferma di Sergio come ad, i sospetti lo inseguono.

La guerra è totale. E Sanremo ci finisce in mezzo. Lega e FdI si contrappon­gono sulla protesta degli agricoltor­i: i primi sostenendo­li, i secondi sminuendol­i perché poco rappresent­ativi (e di certo antigovern­ativi). In tre giorni in Rai nessuno si è preso la responsabi­lità di chiamare gli agricoltor­i e parlarci. Forse per il rischio di esporsi troppo. L’ipotesi della lettura di un comunicato da parte di Amadeus, rischia di ottenere l’effetto contrario. Ma intanto le tifoserie litigano su tutto: la Lega attacca la Rai per il treno speciale per Sanremo, FdI invece protesta per la sponsorizz­azione occulta della scarpe di John Travolta. In mezzo, Roberto e Giampaolo. E l’incubo peggiore: restare insieme o cadere insieme.

Il «patto»

Amici da una vita, avevano siglato un patto per scambiarsi i posti a fine mandato

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Il dg Rai Giampaolo Rossi (a sinistra) e l’ad Roberto Sergio
I vertici Il dg Rai Giampaolo Rossi (a sinistra) e l’ad Roberto Sergio

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