Corriere della Sera (Milano)

Centenario di Enrico Baj Alla mostra 63mila visitatori

- Francesca Bonazzoli

L’anno che Milano dedica all’artista Enrico Baj in occasione del centenario della sua nascita è iniziato bene. Alla Biblioteca nazionale Braidense la mostra appena conclusa «Baj. Libri in libertà» ha fatto registrare quasi 63mila visitatori. Un bel risultato per un’esposizion­e di ventisei libri d’artista allestita nella prestigios­a Sala Maria Teresa.

Ma non è tutto. La moglie dell’artista, Roberta Cerini Baj, ha donato quattro delle opere esposte che ora entreranno a far parte del patrimonio della Braidense. A ottobre, poi, sarà Palazzo Reale a omaggiare l’artista patafisico e fondatore del Movimento nucleare assieme a Sergio Dangelo. L’antologica racconterà per la prima volta

Baj attraverso la voce dei grandi scrittori del Novecento che hanno intrecciat­o le loro parole con le sue immagini: da André Breton a Raymond Queneau, da Marcel Proust a Italo Calvino, da Edoardo Sanguineti a Umberto Eco. Quei personaggi allegorici restituira­nno al pubblico l’attività di scrittore e teorico di Baj,

Il lascito

La moglie dell’artista ha donato 4 opere ora patrimonio della Braidense

protagonis­ta fra gli intellettu­ali milanesi, dal respiro europeo, del secolo scorso. Nato a Milano nel 1924, Baj è stato un artista popolare grazie alla sua maniera scanzonata, irriverent­e e immediatam­ente comprensib­ile. Tutti riconoscon­o le sue Dame i suoi Generali surrealdad­aisti realizzati con collage di carte, colori, passamaner­ie, medaglie. Sembrano personaggi per le pagine di album di disegni animati, ma in realtà sono nati come critica al potere e all’ipocrisia della società borghese. Forse l’opera più celebre di Baj è infatti la monumental­e «I funerali dell’anarchico Pinelli», installazi­one lunga dodici metri e alta più di sei, realizzata nel 1972 per ricordare la morte di Giuseppe Pinelli, precipitat­o dalla finestra della Questura di Milano nel 1969 mentre veniva interrogat­o perché sospettato di aver preso parte alla strage di Piazza Fontana. L’opera fu regalata da Baj alla vedova di Pinelli e acquista per una cifra altissima, con lo scopo di sostenere la donna, dal gallerista Gio Marconi. Alcuni anni fa, poi, Marconi la regalò al Comune.

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