«MiAmi» fedele alla linea
Il festival festeggia 18nadnni con i Cccp al Carroponte Poi, da domani al Magnolia, 5 palchi per cento artisti
Un’apertura speciale per un compleanno speciale. Il «Mi Ami» spegne 18 candeline e per festeggiare inaugura stasera con una data del tour di reunion della prima formazione dei Cccp - Fedeli alla linea. «Un regalo alla nostra storia», spiegano Stefano Bottura e Carlo Pastore, direttori artistici dell’evento. «Se “Mi Ami” sta per “Musica Importante a Milano”, i Cccp sono la cosa musicalmente più rilevante accaduta in Italia negli ultimi 40 anni. Senza contare che la loro “Mi Ami?” è per ovvi motivi una canzone simbolo per il festival».
Inizialmente la band di Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur avrebbe dovuto suonare al Magnolia, location della manifestazione sin dal 2006. L’elevata richiesta di biglietti ha però spinto gli organizzatori a spostare il live «in un luogo più grande, coerente con l’immaginario del gruppo, come il Carroponte di Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia». Criticati da chi ritiene il loro ritorno un’operazione puramente commerciale, celebrati dai più che da tempo sognavano di poter rivivere l’energia punk dei loro concerti, i Cccp vedranno il visionario Ferretti alla guida di una liturgia collettiva fatta di provocazione poetico-politica e incentrata su titoli cult quali «Curami», «Emilia Paranoica», «Amandoti» e «Morire», il brano del celeberrimo «produci consuma crepa» con cui, nel 1986, la band emiliana sintetizzò il lato oscuro del capitalismo moderno.
Poi, da domani a domenica, sarà il Magnolia ad accogliere su ben 5 palchi un centinaio di artisti italiani, molti emergenti, altri già affermati. Tra i più noti, Ex-Otago, Willie Peyote, Chiello, Rosa Chemical, Venerus, e ancora, Colapesce Dimartino e Tropico, alias Davide Petrella. Ma il cartellone è ricchissimo e, abbracciando i generi più diversi, darà spazio anche all’indie pop dei Tre Allegri Ragazzi Morti, al glam di Lucio Corsi, al rock dei Ministri, al cantautorato dal gusto jazz di Marco Castello, ai ritmi latineggianti dei Selton, all’urban contaminato di Thru Collected e Ceri Wax, produttore già al lavoro con Frah Quintale e Mahmood. «Il nostro è un festival da più di 20 mila presenze, né piccolo, né gigante, né mainstream, né underground», dicono Pastore e Bottura. «In quest’epoca sempre più polarizzata sul “testa o croce” siamo la terza faccia della medaglia, la terza via che è quella dello spessore. Che costruiamo con un lavoro di ricerca e con la nostra capacità di incidere sul racconto musicale creando cortocircuiti con l’industria discografica».
In una cornice completa di aree food e relax, attesi anche i live Daniela Pes, Marta Del Grandi e Coca Puma, tra le voci femminili più intriganti del momento, l’irriverente musical di Auroro Borealo e gli show di Johnson Righeira (sì, quello di «Vamos a la playa») e Bello Figo, giovane italoghanese diventato un fenomeno virale con pezzi che usano la satira per sovvertire i luoghi comuni contro i migranti. Oltre ad alcune band internazionali, dai francesi Phoenix agli inglesi Bar Italia.