Rischio crisi psicologica I professori lombardi «stressati e frustrati»
Tra gli aspetti insoddisfacenti la retribuzione nd
Pieni di passione, coinvolti dal lavoro. Allo stesso tempo, troppo vicini al crinale del burnout, ovvero al completo esaurimento delle energie per colpa dello stress. Il ritratto a luci e ombre degli insegnanti lombardi emerge dall’indagine Health behaviour in school-aged children. Oltre alla sezione dedicata agli adolescenti, focus dello studio di cui il Corriere della Sera ha già scritto, ce n’è anche una riservata ai professori.
«Dobbiamo prenderci cura innanzitutto di loro se vogliamo occuparci della crescita dei ragazzi — dice Corrado Celata, responsabile della ricerca per la Lombardia e direttore dell’Unità di promozione della salute della direzione generale Welfare in Regione —. Il corpo docente è estremamente motivato e contemporaneamente estremamente frustrato».
Il campione preso in esame in questa indagine conta 5.847 insegnanti (di 449 istituti della regione), provenienti per metà da scuole medie e per metà da scuole superiori. Tra queste ultime, circa il 40 per cento sono licei, un altro 40 per cento istituti tecnici e il rimanente 20 per cento sono istituti professionali.
Come noto, le donne sono la maggioranza (il 70 per cento di chi ha risposto al questionario). L’età media degli intervistati è di 46 anni. Sotto la lente degli autori della ricerca le condizioni di lavoro e anche lo stato di salute degli insegnanti. A molti di loro piace la carriera che hanno scelto di intraprendere. La metà del campione, infatti, dice di avere un alto livello di «engagement», inteso come uno «stato mentale positivo» connesso alla propria professione e caratterizzato da «vigore e dedizione».
Soltanto il 3 per cento dice di non essere soddisfatto.
I risultati dell’indagine cambiano a seconda del tipo di scuola in cui lavorano i professori. Va meglio alle medie che alle superiori e ai professionali rispetto ai licei.
L’altro lato della medaglia è il peso dello stress. Misurando quattro componenti esaurimento emotivo, depersonalizzazione, bassa realizzazione personale e cinismo -, quasi la metà dei docenti (48%9) segnala di essere in una condizione critica a proposito di almeno una delle prime tre voci.
Secondo l’indagine una fetta piccola, ma non trascurabile pari al 4,6 per cento ha un forte rischio di burnout. Ancora, fra gli intervistati tre docenti su 4 dicono di essere andati a lavorare a scuola anche quando non avrebbero dovuto, per esempio perché erano malati. Una condotta «potenzialmente dannosa per la salute a lungo termine», è l’osservazione degli studiosi che hanno curato la ricerca.
Dall’indagine risulta che in generale gli insegnanti delle scuole di Milano e della regione hanno stili di vita abbastanza sani, ma si ritagliano poco tempo per sé e per rilassarsi. In classe, faticano a gestire
Ritmi di lavoro
Più della metà degli intervistati ritiene che il lavoro dell’insegnante non finisca mai
la disciplina e si sentono sovraccaricati di impegni. Colpa perlopiù delle numerose incombenze burocratiche e della carenza di tempo.
Più della metà degli intervistati ritiene totalmente vero che «il lavoro dell’insegnante non finisce mai». Tra gli aspetti giudicati insoddisfacenti dagli insegnanti, il riconoscimento sociale del proprio ruolo e il trattamento economico. Chi è in cattedra vorrebbe quindi maggior considerazione e una busta paga più pesante.
E in aula, come promuovono la salute dei ragazzi? Nel complesso, faticano a individuare le strategie migliori. Funzionano di più le attività di ampio respiro, che coinvolgono attivamente gli studenti. Meno efficaci gli interventi saltuari degli esperti e le campagne informative.
Un tema, quello della promozione di stili di vita sani, in cui i professori senior risultano più formati. I colleghi giovani, invece, hanno ancora strada da percorrere.