Statua con la donna che allatta I critici d’arte difendono l’opera
Sgarbi: inspiegabile il rifiuto. Righi: il tema è parte della nostra tradizione
La polemica è partita e coinvolge il Comune, una donazione contestata e le posizioni della critica. Al centro di opinioni contrapposte c’è la statua «Dal latte materno veniamo» di Vera Omodeo (raffigurante una donna che allatta un bambino) che i figli della scultrice avrebbero voluto donare alla città per essere esposta in piazza Eleonora Duse, vicino a Porta Venezia. Ma la commissione tecnica del Comune, incaricata di valutare il caso, ha espresso un’opinione che ne ostacola la collocazione pubblica: «La scultura rappresenta valori rispettabili ma non universalmente condivisibili da tutte le cittadine e i cittadini, ragion per cui non viene dato parere favorevole all’inserimento in uno spazio condiviso». Da qui il suggerimento di donarla a un ente privato, dove «sia maggiormente valorizzato il tema della maternità, qui espresso con delle sfumature squisitamente religiose».
Il sindaco non parla della scelta di piazza Duse ma ha una posizione netta rispetto alla possibilità di installare la scultura in un luogo visibile a tutti: «Chiederò alla commissione di riesaminare il parere mi sembra una forzatura sostenere che non risponda a una sensibilità universale».
La figlia dell’artista, Serena Omodeo-Salè, si chiede «quali siano i messaggi e i valori non condivisibili dal momento che la statua è del tutto priva di riferimenti religiosi: non procederemo alla donazione se la statua non sarà visibile alla cittadinanza». E aggiunge: «Le motivazioni del Comune sono surreali, in città ci sono solo due statue dedicate a donne e questa è anche stata realizzata da un’artista. Inoltre una figura parzialmente nuda non mi sembra affatto un soggetto religioso».
Per il critico d’arte Vittorio Sgarbi la posizione dei tecnici del Comune «è inaccettabile perché il tema della maternità è universale e comunque l’iconografia della madre che allatta è trasversale a tutta la storia dell’arte, basti pensare alla Madonna con bambino rappresentata da duemila anni. Tutti veniamo da una madre e l’idea che questo valore sia da respingere riguarda solo la mancanza di sensibilità da parte di chi si trova a decidere a Milano su questo tema. La scultura peraltro, pur avendola vista solo in foto è carina e non vedo nessun ostacolo per collocarla in una spazio pubblico. La presa di posizione della Commissione è pretestuosa e segue tematiche Lgbtq+ che niente hanno a che fare con l’arte». Un altro
Il sindaco Pregherò la commissione di rivedere la propria posizione
Sgarbi Il parere
La famiglia dei tecnici è «Le motivazioni del fuori luogo, Comune sono surreali, il tema della in città ci sono solo due maternità statue con donne» è universale
parere è quello della storica dell’arte Nadia Righi, direttrice del museo Diocesano: «Se ci sono ragioni di tipo urbanistico che ne condizionano la collocazione non entro nel merito, ma dal punto di vista dell’iconografia l’opera è laica, non religiosa, e quindi quel “squisitamente religioso” della Commissione tecnica non la riscontro nella realtà dell’opera». Aggiunge Righi: «Il prendersi cura e l’amore filiale di qualsiasi maternità trasposta in arte rientra in pieno nella nostra tradizione per cui non vedo motivazioni valide per cui sia respinta dal Comune». Entra nel caso anche Regione Lombardia che attraverso l’assessore alla Cultura Francesca Caruso fa sapere «di essere pronta a ospitare l’opera».
Righi Nella statua non c’è nessun riferimento religioso, è arte laica