Tra aste e rilanci l’«incanto» della Galleria è una miniera d’oro
Così il Comune incassa affitti milionari
La Galleria rientra tra le principali fonti di sostentamento di due categorie. Gli avvocati civilisti che sfornano ricorsi amministrativi a rotta di collo e il Comune che incassa affitti milionari. Oggi ci occuperemo di questa seconda categoria che ha fatto il grande balzo in avanti con l’introduzione di quella vera e propria bacchetta magica che si chiama «incanto», cioè la possibilità di aggiudicarsi il bene a suon di rilanci. Un moltiplicatore eccezionale messo in campo dall’ex assessore Roberto Tasca che ha permesso introiti milionari a Palazzo Marino: si è passati dai 10 milioni di rendimento della Galleria durante l’era Moratti, a 37 sotto Pisapia a ben 54 alla fine del primo mandato del sindaco Beppe Sala e ora a 67,7 milioni.
Finora si sono tenute cinque aste all’incanto, tutte con l’asticella ben sopra il milione di euro. Il record, a oggi, spetta a Dior sia per la cifra con cui si è aggiudicata la concessione sia per il numero di rilanci che l’ha portata a superare gli altri concorrenti. Siamo a febbraio 2020, pochi giorni prima dello scoppio della pandemia. Il marchio dell’alta moda rilancia come se non ci fosse un domani. Dopo 38 offerte si aggiudica i 235 metri quadrati che danno direttamente sull’Ottagono per la bellezza di 5,05 milioni di euro. La base d’asta di partenza era di 950 mila euro. Se si guarda al numero di rilanci, subito dopo Dior arriva Loro Piana che a novembre del 2022, con 31 alzate di mano si è portato a casa 188 metri quadrati per 2,3 milioni di euro, sconfiggendo gli altri sei concorrenti. La base d’asta era di 545 mila euro. Torniamo a quel febbraio 2020, quando le «magnifiche sorti e progressive» sembravano destinate a durare all’infinito. Nello stesso giorno di Dior, la maison Fendi si aggiudica i 336 metri quadrati che fino ad allora erano di Armani con 28 rilanci e un costo complessivo di 2,45 milioni di euro. Base d’asta: 872mila euro. E Armani? Calma, perché la madre di tutti gli incanti, la prima asta con rilanci, risale a novembre 2019, quando dopo 24 rilanci la gara a tre, tra Armani, Tod’s e Prada si conclude con la vittoria di Armani che si aggiudica 302 metri quadrati per 1,9 milioni di euro. La base d’asta era di 670 mila euro. Infine, l’ultima a luglio 2020 dove Santoni si è aggiudicato 60 metri quadri per 589 mila euro annui, su una base d’asta di 289 mila euro, dopo cinque rialzi in competizione con altri tre marchi.
Riassunto finale: a oggi sono 53 oggi i concessionari del Comune in Galleria, alcuni titolari di più contratti, per un totale di 71 contratti attivi. Al momento sono affittati circa 40 mila metri quadri di superficie (38.838,36 mq per la precisione), per un incasso complessivo di 67,7 milioni di euro. Se i piani terra sono occupati si procede con la cosiddetta «verticalizzazione» mettendo a bando anche gli spazi superiori. Quando la Galleria fu costruita raggiunse infatti una suddivisione interna di 1.260 locali, con il piano terreno affacciato sulla Galleria destinato ai grandi spazi per il commercio e i piani superiori per le abitazioni, con un piano sotterraneo con magazzini, un quarto piano aggiuntivo rispetto al progetto originario e successivamente anche un quinto piano (visibile solo dai cortili interni). Altri soldi in arrivo.