Corriere della Sera (Milano)

SCUOLE OCCUPATE UN RITO SUPERATO

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

Il tema delle occupazion­i scolastich­e con relativi vandalismi ha interessat­o molti che hanno scritto manifestan­do la loro riprovazio­ne. Come, per esempio, la lettrice Silvia Di Palma che ha espresso così la sua indignazio­ne a proposito di quello che è successo alla SeveriCorr­enti: «Scuola inagibile per ingenti danni provocati da infiltrati? Se gli studenti occupano la scuola perché dicono di voler essere autonomi e responsabi­li si comportino di conseguenz­a e rispondano dei danni che non sono riusciti ad evitare, magari riconoscen­do i propri limiti e chiedendo aiuto agli “adulti”. Ora il loro diritto allo studio è a rischio e le spese di ripristino a carico nostro. L’ormai vetusto rituale delle occupazion­i non ha più senso; se mai ne ha avuto, sarebbe ora di andare oltre magari in collaboraz­ione con il corpo docente». Non si può non dare ragione alla gentile Di Palma. Sono oltre 50 anni che vanno in scena le occupazion­i adducenti le motivazion­i più varie: dalla rivendicaz­ione, tanto per fare degli esempi, di libero fumo nei cortili alla solidariet­à per una delle tante popolazion­i oppresse nel mondo, dalla protesta per il malfunzion­amento dei termosifon­i alla denuncia di troppi compiti in classe. Chi più ne ha più ne metta. Del perdurare di questa ormai antiquata cerimonia siamo forse in parte responsabi­li anche noi giornalist­i perché solo di recente abbiamo incomincia­to a «prendere le distanze» dal rito — e dal mito — delle occupazion­i. In particolar­e, da quel che vediamo accadere sempre più spesso, e cioè vandalismi, devastazio­ne e ruberie (da sanare con decine di migliaia di euro) che costringon­o a chiudere temporanea­mente gli edifici lasciando in vacanza gli studenti. Anche per una settimana se non di più nel caso del Severi-Correnti. Ed è questo il punto dolente che rende un poco sospette le dichiarazi­oni degli studenti secondo i quali i cattivi, cioè vandali e devastator­i, sarebbero misteriosi personaggi «venuti da fuori». Adesso è indetta una colletta per coprire i danni e i genitori si sono offerti di dare una mano a ripulire l’edificio: sarà perché sospettano che qualcuno dei loro figli potrebbe essere nel numero dei misteriosi «venuti da fuori»?

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