Scala al bivio: proroga a Meyer o un nuovo sovrintendente
La tournée della Filarmonica ha consentito di lasciare il palco della Scala a Les Musiciens du Louvre diretti da Marc Minkowski, che nei giorni scorsi hanno eseguito una strepitosa «Alcina» di Händel. Questa sera, invece, debutta l’Orchestra del Mare, che utilizza strumenti ricavati dai legni delle barche dei migranti realizzati dai detenuti di Opera. Tutt’altra musica, invece, attende la Scala questa mattina, quando è fissato un Cda. I tempi sono maturi per sapere se a Dominique Meyer — in scadenza tra un anno quando compirà anche settant’anni — succederà in prorogatio lo stesso Meyer sino a fine mandato del sindaco (inizio 2027) oppure se si designerà un nuovo sovrintendete in affiancamento. Oggi se ne discuterà, ma non verrà assunta alcuna decisione, anche perché non c’è convergenza. La scelta è posticipata a fine marzo, tanto che all’ordine del giorno figurano progetti speciali, situazione dirigenti e la modifica dello statuto dell’Accademia. I tre consiglieri ai quali è stato dato il compito di fare una ricognizione sulle opzioni disponibili, ovvero Alberto Meomartini (Camera di Commercio), Francesco Micheli (ministero, allora Franceschini) e Giovanni Bazoli (Fondazione Cariplo) hanno compiuto verifiche e riferiranno. L’unico aspetto sul quale c’è convergenza è quello di tornare a ricoprire tutti i ruoli apicali con figure diverse, ovvero un sovrintendente, un direttore artistico, un direttore musicale e pure un direttore generale (oggi tre di queste posizioni sono nelle mani di Meyer). Questa incertezza è
Convergenze difficili
determinata da vari aspetti: la legge su settant’anni introdotta per far fuori Lissner che rischia, invece, di far fuori Meyer, sebbene non si abbia la certezza che non sia inderogabile per la Scala; l’orientamento ministeriale di voler un sovrintendente italiano (i nomi sempre i soliti: Fortunato Ortombina e il sempre rimpallato Carlo Fuortes, ritenuto «politicizzato»); il Cda che non vorrebbe farsi imporre la scelta dal ministero (che, però, versa circa 30 milioni all’anno); il sindaco che vorrebbe una unanimità difficile da trovare.
I consiglieri non vogliono scelte imposte dal ministero, Sala auspica una difficile unanimità