LA CULTURA IN CAMPO CONTRO IL CRIMINE
«Sono in arrivo 150 soldati, scrive il lettore Luigi Rancati, per tentare di rendere più sicure le strade di Milano. Quindi il problema è concreto, non è una sparata polemica, come dichiarava il sindaco. Per contrastare la malavita quotidiana che è chiamata microcriminalità, ma per noi cittadini comuni è molto macro, la cultura può fare la sua parte. Vedi la ricca mostra di Morandi a Palazzo Reale e la splendida mostra dedicata a Giovan Battista Moroni alle Gallerie d’Italia. E che dire della mostra al Mudec dedicata a “Van Gogh – Pittore colto”. Chi scrive le ha visitate, insieme alla Galleria d’Arte Moderna, con le splendide tele di Segantini e il Quarto Stato di Pelizza, ritornato alla sua sede “naturale”. Queste frequentazioni, questa ricca offerta di opere d’arte tengono lontano i cattivi pensieri generati dalla malavita quotidiana e aprono il cuore alla speranza. Una grande città come Milano attira sia Einstein che Al Capone. I geni passano sotto silenzio, i malavitosi fanno chiasso perché sparano». Anni fa, uno studio (tedesco) mise in relazione architetture e comportamenti criminali, e ne risultò che nelle zone tristi e grigie della città, là dove, per esempio, il cemento si sussegue al cemento, dove non c’è un ciuffo di verde, dove le zone commerciali sono, nelle ore notturne, senza vita e senza anima, il numero dei crimini è maggiore rispetto alle zone più curate, più calde, meno nemiche. È vero che i centri delle città tedesche, quasi tutti bombardati nel corso dell’ultima guerra, sono stati ricostruiti senza troppa attenzione alle gradevolezze estetiche, però anche da noi i quartieri di aspetto desolato non mancano. Per contro, il gentile Rancati suggerisce che il bello a sua volta influenzi i comportamenti: le mostre d’arte, i giardini in ordine, le strade pulite, i palazzi dal volto umano come contravveleno capace di fermare la mano a vandali, a ladri, a violenti. Il bello come bonifica del malaffare. La teoria è suggestiva, forse non del tutto irreale. Non potrebbe, per esempio, la lettura essere un buon antidoto al crimine? Del resto, le cronache mai riferiscono di malavitosi scoperti in poltrona con un buon libro in mano e altri libri intorno.