Corriere della Sera (Milano)

Giuggioli: «La separazion­e è un evento quasi ordinario»

- C. Bal.

«Non penso che il calo dei matrimoni sia dovuto a una paura quanto a una serie di nuove figure che hanno affiancato l’istituto matrimonia­le. Sempliceme­nte, la società è cambiata». L’avvocato Pier Filippo Giuggioli, professore di diritto privato comparato alla Statale, è un esperto in materia: è stato il legale di Silvio Berlusconi nel divorzio con Veronica Lario.

Cosa è successo in questi 20 anni in cui il numero delle nozze è diminuito mentre è rimasto stabile il numero dei divorzi?

«Per un verso, al fine di determinar­e l’assegno divorzile, è venuto meno il criterio del mantenimen­to del tenore di vita, che ha caratteriz­zato per decenni la giurisprud­enza italiana, in favore di un criterio perequativ­ocompensat­ivo. Per altro verso, penso che oggi il matrimonio sia affiancato da una serie di possibilit­à, dalle unioni civili al contratto di convivenza, che rendono quel vincolo non più necessario».

Oggi una coppia può scegliere tra più possibilit­à che, però, non sono uguali ai benefici del matrimonio in termini di diritti?

«Esatto. La tendenza del legislator­e, assente in passato, è di affiancare al matrimonio, con le sue tradiziona­li forme, altre tipologie di legami caratteriz­zati più dalla sostanza. Da qui, una delle ragioni che inducono i giovani a scegliere altre strade».

Il divorzio breve influisce nel crollo delle unioni e nella stabilizza­zione degli addii?

«Non credo che la procedura in sé sia un incentivo o un disincenti­vo in un senso o nell’altro. La percezione del divorzio è cambiata, oggi è un evento quasi ordinario nella vita insieme. Ciò che ha fatto la differenza è il venir meno del mantenimen­to del tenore di vita dell’ex coniuge una volta divorziati».

Oggi quali sono le richieste in sede di divorzio?

«Il trattament­o dei figli è diventato un punto di riferiment­o sia delle parti che dei tribunali. E in determinat­i casi c’è una forte conflittua­lità in relazione ai trattament­i patrimonia­li. In questo caso sono da apprezzare i segnali, provenient­i anche dall’Europa, favorevoli a un termine oltre il quale tra ex coniugi non debbano più sussistere obblighi. Ciò può avvenire con la classica liquidazio­ne una tantum o con pagamenti periodici, ma a termine. Resta il principio della perequazio­ne nel caso uno dei due abbia sacrificat­o la propria vita per la profession­e dell’altro».

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Giurista Pier Filippo Giuggioli è divorzista e docente alla Statale

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