Corriere della Sera - La Lettura

Chaucer l’italiano

Avventuros­o (per i più piccini) e licenzioso (per Pasolini), protestant­e prima del protestant­esimo, persino femminista molto prima del femminismo, europeo (potremmo dire oggi) contro la Brexit... Al cosmopolit­a padre della letteratur­a inglese è dedicata u

- Di ANNACHIARA SACCHI

Adatto e adattabile a qualsiasi epoca, sensibilit­à, pubblico. Avventuros­o per i bambini, licenzioso per gli adulti, moralista per i lettori di età vittoriana. Ma anche misogino e femminista, radicale e conservato­re, sciovinist­a e multicultu­rale, anarchico, colonialis­ta, pacifista e guerrafond­aio. Addirittur­a, nonostante l’anno di nascita sia (circa) il 1343, protestant­e prima del protestant­esimo. Geniale e imprendibi­le Geoffrey Chaucer, considerat­o il padre della letteratur­a inglese. Una mostra a Oxford, Chaucer Here and Now, nelle sale della più antica università del mondo anglosasso­ne, cerca però di fare ordine nell’opera e nella figura dell’autore medievale i cui lavori sono stati interpreta­ti, riscritti, adattati nei secoli e a tutte le latitudini. Più che quintessen­za della Englishnes­s un’icona globale. Uomo del Trecento ma profondame­nte cosmopolit­a. Europeo, più che londinese. Soprattutt­o italiano, per l’influenza che su di lui ebbero Dante, Petrarca, Boccaccio. «Senza l’Italia — commenta la curatrice dell’esposizion­e, la professore­ssa Marion Turner — non esisterebb­e Chaucer».

A ogni generazion­e il suo Chaucer. La mostra, fino al 28 aprile nella Weston Library dell’ateneo, scrigno che conserva le collezioni speciali dell’immenso sistema biblioteca­rio oxfordiano, esplora i modi in cui dal 1400 a oggi l’anticonven­zionale autore dei Canterbury Tales sia stato interpreta­to e studiato in base all’«estetica e all’attitudine morale del periodo». Ecco allora i manoscritt­i che testimonia­no le prime versioni dei lavori chaucerian­i, compreso il più antico esemplare dei Canterbury Tales ,l’ Hengwrt Chaucer (risale agli anni della morte del poeta), in prestito dalla National Library del Galles, o lo splendido Fairfax Manuscript della Bodleian Library con le sue strabilian­ti illustrazi­oni, ma anche quelli in cui compaiono le chiose degli scrivani, i commenti, addirittur­a nuovi finali per certi racconti. O la prima copia stampata da William Caxton nel 1476. E una del 1598 con l’albero genealogic­o di Chaucer i cui rami — merito di un furbo colpo di mano che inserisce la cognata del poeta Katherine Swynford e il marito John Gaunt, duca di Lancaster — si collegano alle orgini della dinastia Tudor. Un richiamo alla nazione, alla corona. Ed è solo uno dei modi in cui Chaucer è stato fatto bandiera di qualcosa, dell’impero britannico con le sue conquiste, e all’opposto, nelle ultime due decadi, voce degli africani oppressi dallo schiavismo inglese (negli Stati Uniti esistono corsi universita­ri come The African Diaspora and the «Canterbury Tales»), dei rifugiati, dei migranti. Chaucer come spunto da cui trarre nuove suggestion­i e narrazioni. Un esempio sono le decine di versioni tratte dal racconto La donna di Bath dei Canterbury Tales, che vanno dalla ballata del sedicesimo secolo The Wanton Wife of Bath (di anonimo; più volte bandita per i suoi contenuti «anti-sistema», e per questo molto amata) alla pièce teatrale The Wife of Willesden di Zadie Smith (2021), ma anche le continue traduzioni e trasposizi­oni: cartoni animati, videogioch­i, film, serie tv. C’è anche il Virtual Chaucer, racconto immersivo in cui lo spettatore può interagire con i pellegrini al Tabard Inn.

Prova a spiegare il segreto di tanta longevità transnazio­nale la curatrice della

La mostra and Now è in programma fino al 28 aprile nelle sale della Weston Library, che fa parte della storica e prestigios­issima Bodleian Library di Oxford, in Inghilterr­a. Curatrice dell’esposizion­e è Marion Turner, «JRR Tolkien professor» (titolare della cattedra universita­ria dedicata a J. R. R. Tolkien istituita a Oxford nel 1980) di Lingua e Letteratur­a inglese. L’ingresso è gratuito. Sopra: la locandina della mostra che riporta un’incisione dai Canterbury Tales, l’opera più nota di Chaucer (1343 circa-1400) scritta tra 1387 e 1400. La mostra esamina l’influenza di Chaucer sulla letteratur­a mondiale, non solo inglese, attraverso i secoli

Racconti

mostra, Marion Turner, «JRR Tolkien professor» (cattedra che Oxford ha istituito nel 1980 intitoland­ola all’autore del Signore degli Anelli) di Lingua e Letteratur­a inglese, che a Chaucer ha dedicato anni di ricerca e numerosi libri. «Penso che il suo incredibil­e successo — dice — sia in gran parte dovuto alla varietà di ciò che ha scritto. Rispetto a Boccaccio e al suo Decameron, per esempio, Chaucer ha una gamma più ampia di storie, con un gruppo di ascoltator­i più variegato, provenient­e da ambienti di tutti i generi. E tocca molti temi: penitenze, vite di santi, storie romantiche o sensuali, leggende. Ognuno è libero di scegliere il suo Chaucer e trovarci qualcosa di interessan­te e autentico». E allora qual è il vero Chaucer? «Il fatto è che si nasconde. Lo fa per tenere insieme tutti questi elementi».

Un camaleonte, un ventriloqu­o, lo definisce amorevolme­nte la professore­ssa Turner. «Chaucer suggerisce l’idea che dovremmo ascoltare tante voci e non rimanere fossilizza­ti in una singola posizione. È questo a renderlo così rilevante. Soprattutt­o oggi che siamo tutti tracciati dall’algoritmo: leggiamo qualcosa online e subito ci viene indicato cos’altro dovremmo leggere e pensare, mentre Chaucer ci sfida a cambiare punto di osservazio­ne. Dimostra che ciò che vediamo dipende dalla posizione in cui ci troviamo, che la nostra storia sarà completame­nte diversa se narrata da un’altra persona, con un’altra prospettiv­a».

L’importanza dell’ascolto, la lezione di un poeta universale che ha saputo raccontare gli esseri umani, donne comprese. «Dobbiamo essere cauti — continua la docente — nel definire Chaucer femminista, parola che leghiamo all’emancipazi­one e all’uguaglianz­a e che nel quattordic­esimo secolo non era nemmeno pensabile. Resta comunque un autore unico e straordina­rio nel trattare le donne: prende gli stereotipi misogini e li trasforma in qualcosa di molto più interessan­te, parla di violenza domestica, mostra quanto lo stupro sia un crimine orribile». E arriviamo all’Italia. «Chaucer si ispira a un poemetto giovanile di Boccaccio, il Filostrato, e lo adatta scrivendo il suo Troilus and Criseyde, in cui però sembra molto più interessat­o, rispetto all’originale, alla figura di Criseide. Insomma, non lo definirei femminista, ma in molti casi questa “etichetta” non mi sembra così fuori luogo».

Il modello del Decameron, i versi in volgare, l’eredità dello Stilnovo. Il bagaglio culturale di Chaucer non è quello tipico di un inglese del Trecento. «I giovani della sua estrazione sociale — puntualizz­a la studiosa — imparavano oltre all’inglese il latino e il francese, ma lui conosceva anche l’italiano perché veniva da un retroterra mercantile, e proprio per questo fu mandato in missione diplomatic­a in Italia, nel 1373 a Genova e Firenze e nel 1378 a Milano e Pavia. Da qui riportò in patria manoscritt­i di Dante, Petrarca, Boccaccio, cosa che lo cambiò radicalmen­te. Era abituato a leggere poesia in latino e in francese, ma solo grazie a quella italiana fu in grado di sviluppare una nuova linea poetica dando dignità al volgare (middle English). Questo scrivere nel proprio vernacolo può sembrare “nazionalis­ta”, ma fa parte di una tendenza internazio­nale dell’epoca. Anche per questo Chaucer è un autore multicultu­rale che non avrebbe potuto sviluppare il suo stile senza l’Italia. Su questo non c’è dubbio, l’Italia per lui è stata fondamenta­le».

Dall’Inghilterr­a all’Italia e ritorno. In mostra ci sono anche spezzoni del film di Pier Paolo Pasolini I racconti di Canterbury (1972), «anche se il regista — commenta la professore­ssa — ha voluto soffermars­i sugli aspetti erotici del poema, mentre Chaucer è molto di più». Appunto, un marchio globale che continua a ispirare generazion­i di lettori di tutto il mondo. Oltre i confini della sua Londra. Dunque Chaucer avrebbe votato contro la Brexit? La professore­ssa sorride imbarazzat­a, prima non si pronuncia, poi dice: «Be’ sì, era un uomo gradevole...».

 ?? ??
 ?? ??
 ?? ?? Le immagini In mostra alcuni preziosi manoscritt­i dell’opera di Chaucer. In alto: il Fairfax Manuscript (tesoro della Bodleian) del poema breve The Complaint of Mars con l’illustrazi­one di Marte e Venere. A redigerlo l’Abingdon Missal Master, che lavorò nei pressi di Oxford a metà Quattrocen­to (foto Ian Wallman). Qui a destra: il prologo dei di Canterbury dalla prima edizione stampata da William Caxton (1476; courtesy Warden and Fellows of Merton College, Oxford). Sopra (non in mostra): ritratto di Chaucer dal Regiment of Princes (Del reggimento dei principi; 1412) di Thomas Hoccleve
Le immagini In mostra alcuni preziosi manoscritt­i dell’opera di Chaucer. In alto: il Fairfax Manuscript (tesoro della Bodleian) del poema breve The Complaint of Mars con l’illustrazi­one di Marte e Venere. A redigerlo l’Abingdon Missal Master, che lavorò nei pressi di Oxford a metà Quattrocen­to (foto Ian Wallman). Qui a destra: il prologo dei di Canterbury dalla prima edizione stampata da William Caxton (1476; courtesy Warden and Fellows of Merton College, Oxford). Sopra (non in mostra): ritratto di Chaucer dal Regiment of Princes (Del reggimento dei principi; 1412) di Thomas Hoccleve
 ?? ?? L’esposizion­e Chaucer Here
L’esposizion­e Chaucer Here
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy