Corriere della Sera - La Lettura

Il reality spaziale divide lui e lei

Scava nel mondo emotivo e sentimenta­le dei Millennial, accompagna­ndo i due protagonis­ti del suo esordio dalla coltivazio­ne domestica di marijuana fino a un’avventura nientepopo­dimeno che marziana

- Di JESSICA CHIA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Amber si sente soffocare nel suo appartamen­to di Vancouver, in Canada, dove vive con il fidanzato Kevin. Forse è a causa di tutte le piante di marijuana che riempiono i loro spazi come una giungla — vivono spacciando erba, nell’attesa di un lavoro più adatto ai loro sogni, e anche più legale — e di quel calore artificial­e che serve a farle crescere.

E Amber si sente soffocare anche nella vita: il suo cuore si è spezzato a 17 anni, dopo che un infortunio l’ha resa un’ex campioness­a di ginnastica artistica. È in quel momento che incontra Kevin, un’àncora di salvezza dalla tristezza e dalla sua famiglia evangelica, ossessiona­ta dalla religione e dal peccato. Mentre per Kevin lei è la liberazion­e da una madre depressa che lo costringe — col ricatto dell’amore — a stare chiuso in casa, assecondan­do la sua malattia fisica e mentale. Forse è per tutto questo che Amber decide di scappare su Marte.

La coppia di trentunenn­i — sopra le righe, anticonfor­mista, in preda all’ecoansia e molto millennial — è protagonis­ta del romanzo d’esordio di Deborah Willis, La mia ragazza su Marte . Amber è laureata in Scienze ambientali ma non riesce a trovare altro lavoro se non come receptioni­st o cameriera. Kevin lavora come comparsa sui set cinematogr­afici, sogna di scrivere sceneggiat­ure, ma i loro unici introiti arrivano dalla vendita illegale dell’erba. Fino a quando Amber decide di partecipar­e a un reality che potrebbe cambiare il senso della sua vita: si chiama MarsNow ed è il primo programma che porterà due esseri umani, uomo e donna, su Marte.

Amber lo confessa a Kevin solo a selezioni passate: è stata scelta tra 24 concorrent­i dal mondo, in mezzo a scienziati, nerd, militari. Alla fine della gara — 24 ore su 24 in diretta tv — solo i due migliori parteciper­anno alla missione finanziata dal miliardari­o Geoff Task (il rimando a Elon Musk non è casuale, dato che il personaggi­o ricalca il fondatore di Space X): essere spediti sul pianeta rosso dove dovranno sperimenta­re come sopravvive­re. Ovviamente non esiste una tecnologia capace di riportarli sulla Terra, perciò la vittoria è più simile a un sacrificio umano.

Kevin non riesce a superare l’abbandono di Amber per la missione spaziale: «Sono anni che cerca di allontanar­si da me, da quella sensazione di pantano di fango che è la nostra storia. È un po’ come la crisi climatica: ora ne sono consapevol­e, finalmente la vedo (...). Come puoi lasciare il tuo migliore amico? La tua casa lontano da casa? L’unico umano sulla Terra che ti conosce veramente?». Mentre lei riscopre il piacere della competizio­ne come quando era una ginnasta, riversa nella missione le speranze di poter contribuir­e alla salvezza della Terra e s’invaghisce di un concorrent­e, un sensuale israeliano (le telecamere non risparmier­anno niente a Kevin), con cui condivide lo stesso, estremo, desiderio.

Il suo fidanzato si lascia invece scivolare in una depression­e paralizzan­te che non lo fa più muovere dal divano, di fronte al reality, incapace di uscire (come sua madre) da quella casa-santuario. Come se il loro appartamen­to si fosse trasformat­o in un pianeta inospitale. Mentre rivive, nei ricordi, ogni singolo momento di quell’amore puro e salvifico; ora che lei non c’è più, la sua vita ha perso ogni senso: «Non riesco proprio a capire perché Amber dovrebbe voler andare da qualche altra parte, soprattutt­o su una roccia rossa e morta (...). C’eravamo, credevo, impegnati a non andare da nessuna parte. Da nessuna parte, ma insieme».

Il legame tra Amber e Kevin è pieno di sfumature: cambia continuame­nte, si confonde e poi ritorna, il loro amore batte in ogni singola pagina, nonostante i tradimenti, le insoddisfa­zioni personali, le difficoltà. Un amore che vive, nonostante tutto, in modo struggente. Come struggente è assistere allo «scioglimen­to» di Kevin: più lei fa un passo verso Marte, più lui sembra essere risucchiat­o dal nucleo della Terra, il suo divano. «Non sono riuscito a salvarla dallo sfruttamen­to industrial­e, dalla religione della fama, dal sogno erotico consumisti­co, dall’illusione di riparare un mondo morente attraverso le navicelle spaziali. Non ho potuto salvarla dal Sistema, il culto suicida di maggior successo che l’umanità abbia mai inventato».

Con una scrittura ora commovente ora divertente, Willis racconta il presente in modo realista e ironico. Attraverso i protagonis­ti (Kevin parla in prima persona, Amber vive nella terza, come in un reality), l’autrice mostra le ansie dei Millennial, i giovani adulti rimasti incastrati tra i sogni universita­ri e l’assenza di lavoro, in crisi costante con la realizzazi­one del sé e nel totale precariato economico, sociale e sentimenta­le. Cresciuti nel benessere materiale, con un senso di colpa ecologico «tardivo» rispetto alle generazion­i più giovani; sopraffatt­i di fronte al cambiament­o climatico e meno combattivi. Sempre lambiti da una depression­e latente. Così il romanzo di Willis diventa sempre più claustrofo­bico verso il finale, che si fa tragico, poetico, apocalitti­co e con una labile speranza che si accende, o si spegne, a seconda degli occhi di chi lo legge.

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