Corriere della Sera - La Lettura
Il reality spaziale divide lui e lei
Scava nel mondo emotivo e sentimentale dei Millennial, accompagnando i due protagonisti del suo esordio dalla coltivazione domestica di marijuana fino a un’avventura nientepopodimeno che marziana
Amber si sente soffocare nel suo appartamento di Vancouver, in Canada, dove vive con il fidanzato Kevin. Forse è a causa di tutte le piante di marijuana che riempiono i loro spazi come una giungla — vivono spacciando erba, nell’attesa di un lavoro più adatto ai loro sogni, e anche più legale — e di quel calore artificiale che serve a farle crescere.
E Amber si sente soffocare anche nella vita: il suo cuore si è spezzato a 17 anni, dopo che un infortunio l’ha resa un’ex campionessa di ginnastica artistica. È in quel momento che incontra Kevin, un’àncora di salvezza dalla tristezza e dalla sua famiglia evangelica, ossessionata dalla religione e dal peccato. Mentre per Kevin lei è la liberazione da una madre depressa che lo costringe — col ricatto dell’amore — a stare chiuso in casa, assecondando la sua malattia fisica e mentale. Forse è per tutto questo che Amber decide di scappare su Marte.
La coppia di trentunenni — sopra le righe, anticonformista, in preda all’ecoansia e molto millennial — è protagonista del romanzo d’esordio di Deborah Willis, La mia ragazza su Marte . Amber è laureata in Scienze ambientali ma non riesce a trovare altro lavoro se non come receptionist o cameriera. Kevin lavora come comparsa sui set cinematografici, sogna di scrivere sceneggiature, ma i loro unici introiti arrivano dalla vendita illegale dell’erba. Fino a quando Amber decide di partecipare a un reality che potrebbe cambiare il senso della sua vita: si chiama MarsNow ed è il primo programma che porterà due esseri umani, uomo e donna, su Marte.
Amber lo confessa a Kevin solo a selezioni passate: è stata scelta tra 24 concorrenti dal mondo, in mezzo a scienziati, nerd, militari. Alla fine della gara — 24 ore su 24 in diretta tv — solo i due migliori parteciperanno alla missione finanziata dal miliardario Geoff Task (il rimando a Elon Musk non è casuale, dato che il personaggio ricalca il fondatore di Space X): essere spediti sul pianeta rosso dove dovranno sperimentare come sopravvivere. Ovviamente non esiste una tecnologia capace di riportarli sulla Terra, perciò la vittoria è più simile a un sacrificio umano.
Kevin non riesce a superare l’abbandono di Amber per la missione spaziale: «Sono anni che cerca di allontanarsi da me, da quella sensazione di pantano di fango che è la nostra storia. È un po’ come la crisi climatica: ora ne sono consapevole, finalmente la vedo (...). Come puoi lasciare il tuo migliore amico? La tua casa lontano da casa? L’unico umano sulla Terra che ti conosce veramente?». Mentre lei riscopre il piacere della competizione come quando era una ginnasta, riversa nella missione le speranze di poter contribuire alla salvezza della Terra e s’invaghisce di un concorrente, un sensuale israeliano (le telecamere non risparmieranno niente a Kevin), con cui condivide lo stesso, estremo, desiderio.
Il suo fidanzato si lascia invece scivolare in una depressione paralizzante che non lo fa più muovere dal divano, di fronte al reality, incapace di uscire (come sua madre) da quella casa-santuario. Come se il loro appartamento si fosse trasformato in un pianeta inospitale. Mentre rivive, nei ricordi, ogni singolo momento di quell’amore puro e salvifico; ora che lei non c’è più, la sua vita ha perso ogni senso: «Non riesco proprio a capire perché Amber dovrebbe voler andare da qualche altra parte, soprattutto su una roccia rossa e morta (...). C’eravamo, credevo, impegnati a non andare da nessuna parte. Da nessuna parte, ma insieme».
Il legame tra Amber e Kevin è pieno di sfumature: cambia continuamente, si confonde e poi ritorna, il loro amore batte in ogni singola pagina, nonostante i tradimenti, le insoddisfazioni personali, le difficoltà. Un amore che vive, nonostante tutto, in modo struggente. Come struggente è assistere allo «scioglimento» di Kevin: più lei fa un passo verso Marte, più lui sembra essere risucchiato dal nucleo della Terra, il suo divano. «Non sono riuscito a salvarla dallo sfruttamento industriale, dalla religione della fama, dal sogno erotico consumistico, dall’illusione di riparare un mondo morente attraverso le navicelle spaziali. Non ho potuto salvarla dal Sistema, il culto suicida di maggior successo che l’umanità abbia mai inventato».
Con una scrittura ora commovente ora divertente, Willis racconta il presente in modo realista e ironico. Attraverso i protagonisti (Kevin parla in prima persona, Amber vive nella terza, come in un reality), l’autrice mostra le ansie dei Millennial, i giovani adulti rimasti incastrati tra i sogni universitari e l’assenza di lavoro, in crisi costante con la realizzazione del sé e nel totale precariato economico, sociale e sentimentale. Cresciuti nel benessere materiale, con un senso di colpa ecologico «tardivo» rispetto alle generazioni più giovani; sopraffatti di fronte al cambiamento climatico e meno combattivi. Sempre lambiti da una depressione latente. Così il romanzo di Willis diventa sempre più claustrofobico verso il finale, che si fa tragico, poetico, apocalittico e con una labile speranza che si accende, o si spegne, a seconda degli occhi di chi lo legge.