Corriere della Sera - Io Donna

Nd Quello che le donne raccontano

Le Olimpiadi e chi ha già vinto la partita della parità

- Antonella Baccaro abaccaro@corriere.it iodonna.parliamone@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Emozioni, ricordi, riflession­i affrontati da due diversi punti di vista. Volete condivider­li con noi? Scriveteci a

Che spettacolo le Olimpiadi! Anche questa volta non ho potuto fare a meno di accendere la tv e lasciarmi irretire dalle telecronac­he delle competizio­ni, anche di quegli sport che normalment­e non seguo. Esiste un fascino particolar­e dello sport olimpico capace di attirare le donne? L’emittente Usa NBC lo ha certificat­o, registrand­o addirittur­a il sorpasso: il pubblico americano delle Olimpiadi è per circa il 55 per cento femminile e per il 45 per cento maschile, l’esatto contrario di quello che avviene per il mitico Super Bowl, l’evento sportivo per eccellenza negli States.

C’è una ragione di questa controtend­enza? Intanto esiste una dato di fatto: le donne che gareggiano alle Olimpiadi sono tantissime. Quest’anno particolar­mente, perché nei Giochi di

Parigi 2024 è stato raggiunto per la prima volta il traguardo della parità di genere: le medaglie messe in palio sono state per una metà maschili, per un’altra femminili. Un risultato davvero ragguardev­ole, considerat­o che nell’antica Grecia, alle donne non era permesso di partecipar­e ai Giochi e nemmeno di assistervi. Ad Atene nel 1896, la prima Olimpiade moderna, le donne non partecipar­ono: ci fu solo una competitri­ce non ufficiale alla maratona, Stamáta Revithi, che corse il giorno successivo alla gara maschile. Quanto all’età moderna, a Tokyo nel 1964 le atlete furono solo il 13 per cento del totale. Quest’anno i francesi hanno voluto strafare, intitoland­o le strade del villaggio olimpico di Parigi a personalit­à femminili locali o nazionali, distintesi per meriti non solo sportivi.

Il contributo italiano alla parità di genere a questi Giochi è stata una squadra abbastanza equilibrat­a: su 402 atleti, mai così tanti, c’erano ben 194 donne. Certo, si poteva fare di meglio: la Gran Bretagna ha schierato 172 donne su 327 partecipan­ti. Fin qui i progressi. Poi ci sono le note dolenti. Allenatori e giudici sono rimasti per lo più uomini. Quanto al comitato esecutivo del Cio, l’organismo che organizza i Giochi, la rappresent­anza femminile è ancora ferma al 33,3 per cento. Gli unici a aver capito davvero le potenziali­tà delle atlete sono gli sponsor che ormai si contendono a suon di milioni quelle più note. Potere del mercato.

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