Corriere della Sera - Io Donna

Quello che gli uomini non dicono

Se Dacia Maraini fosse un uomo sarebbe Corrado Augias

- Aldo Cazzullo acazzullo@rcs.it

Ho sempre ammirato moltissimo Corrado Augias. Per la sua misura, la sua eleganza, il modo insieme delicato e virile con cui porta i suoi quasi novant’anni, senza lamentarse­ne ma anche senza fare finta di essere diverso da quello che è. Dovessi pensare a un corrispett­ivo femminile di Augias, mi viene in mente solo Dacia Maraini. Oltre ad avere in comune la straordina­ria capacità di essere profondi e leggeri nello stesso tempo, Dacia e Corrado sono autori di splendidi libri. Libri che resteranno, perché riescono a parlare ai loro coetanei, ai lettori più giovani e anche alle generazion­i future. Ho amato molto l’ultimo libro di Augias, La vita s’ impara, pubblicato da Einaudi con il consueto successo di pubblico. È un libro pieno di donne. Non solo le donne della vita di Corrado: la moglie Emma, la moglie Daniela, la figlia Natalia, bravissima giornalist­a, ora corrispond­ente Rai da Londra. Anche donne che non ti aspetti: come Emanuela Florio, la vedova di Italo Balbo, la prima a sostenere che la morte del marito nel cielo di Tobruk era dovuta a un piano ordito da Mussolini per liberarsi di un rivale, oltretutto contrario alla guerra al fianco di Hitler (tesi ovviamente mai provata). Ma il mio personaggi­o preferito è la nonna dell’autore, Antea. Ebrea, convertita per amore (cioè per sposare un cristiano), nonna Antea diventa una cattolica fervente, di una «religiosit­à quasi soffocante», «forse il prezzo che credeva di dover pagare per aver abbandonat­o la vecchia fede». Il Dio comune la ascoltò e le concesse la più grande delle grazie: morire di notte, durante il sonno, senza soffrire, “sazia di giorni”. Come ha detto Augias, non dobbiamo temere la morte, ma il morire. Nonna Antea ha avuto un addio insieme profondo e leggero.

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