Corriere della Sera - Io Donna

Fetta di paradiso

- Danda Santini Direttrice di io Donna danda.santini@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Diceva una scrittrice tormentata come Virginia Woolf: “Quando scrivo a pieno ritmo vorrei soltanto passeggiar­e e avere una vita infantile e spontanea; comportarm­i in modo accorto e ragionato con gli estranei mi strappa in un’altra sfera, dove collasso”. Il suo equilibrio, così nitido in pagina, nella vita era a rischio costante: “Credo che pochi siano torturati come me dallo scrivere. Il mio cervello è come una bilancia di nd precisione: basta un granello a farlo precipitar­e”. Per contro, il suo nirvana era a portata di mano: “Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuame­nte, senza fine”.

Per ogni scrittore ossessiona­to dalla parola, felice quando scrive ma infeliciss­imo quando la storia non si muove, c’è una schiera di lettori e soprattutt­o di lettrici che in quel racconto vivrà un’altra vita. Dal divano, dal letto o in spiaggia. Appartengo­no a quel risicato 6,4 per cento di italiani (in maggioranz­a donne, e molte lettrici di io Donna) che compongono i “forti lettori”, quelli che leggono almeno 12 libri all’anno. A loro, che sanno che evadere senza essere interrotti, quando hai per le mani il libro giusto, è davvero un piccolo nirvana, è dedicato lo Speciale Libri di pag. 42, pensato per permetterv­i di godere d’estate quello che è impossibil­e durante l’anno.

Perché esiste anche un purgatorio domestico popolato da tutti i libri che vorremmo leggere, ma non ci riusciamo mai. Lì in mezzo si erge il castello dei miei sensi di colpa. I libri che so che dovrei affrontare, almeno un’occhiata veloce, almeno uno al giorno, giusto per dire che so di che cosa si tratta, che sono informata, che non mi sfugge niente. Il libro di storia troppo pesante per la mia stanchezza, quello di attualità che di sera potrebbe disturbare i miei sogni. Quello dello scrittore di cui tutti parlano, e io ancora non ne so nulla. Quello che vorrei rileggere, perché quando l’ho affrontato non avevo capito, quello che volevo leggere in lingua originale, il libro di poesie, ne basterebbe una ogni sera. Quello che ti ha regalato qualcuno e di sicuro te ne chiederà conto, quello che ti aveva incuriosit­o ma ora non ti ricordi più perché, il best seller tedesco, quello che è piaciuto tanto in Francia, quello che ti spieghereb­be qualcosa del mondo che non sai, però non ora.

Manca il tempo, c’è sempre qualcosa di più urgente, più nuovo, più intrigante; oppure al momento buono, quando ti aggiri per casa alla ricerca di una nuova storia, il titolo giusto è uscito dalla mente o non lo trovi più. Perché i libri scorrazzan­o (troppo liberament­e!), a ogni comodino la sua pila, a ogni scrivania la sua selezione, e poi c’è chi li mette di traverso (e non dal lato della costa), chi li abbandona sul divano (i peggiori), chi li ammonticch­ia all’ingresso (e questa è proprio pigrizia massima). Nonostante tu ti industri a trovare un criterio per riordinarl­i e sia pure disposta a lasciare andare quelli che aspettano da troppo tempo e, come un maglione mai messo, meritano un lettore più attento.

Ecco a che cosa serve l’estate: ad assaggiare una ragionata fetta di paradiso. Un po’ di tempo per leggere, di giorno, a mente fresca. Anche per scegliere. Se possibile, con poche interruzio­ni.

 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy