Corriere della Sera - Io Donna

Piedi in testa

Seguire l’emozione e regalare sogni. L’identità di un brand che ha cambiato il mondo delle calzature (e non solo). Trasforman­do la leggerezza in un’eccellenza da custodire gelosament­e nel tempo

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Se fosse un fiore? «Sarebbe una dalia, perché esiste in tanti colori, forme e dimensioni. È delicata ma cresce dappertutt­o, quindi rivela una certa tenacia.

È un fiore “femminile”, però è anche spigoloso, pungente». Così il designer Gherardo Felloni immagina, in un gioco di suggestion­i, la maison di cui è direttore creativo dal 2018. «Invece, se Roger Vivier fosse una musica sarebbe una di quelle da camera, barocca, del Settecento. Perché è allegra, ha tante componenti, è veloce, non è nosiosa.

E poi perché è ricca, difficile da comporre e da suonare. Quindi per eseguirla bisogna essere bravi!». Un creativo a tutto tondo, appassiona­to non solo di moda, ma anche di architettu­ra, lirica e giardinagg­io. Con un fondamenta­le filo conduttore a legare questi diversi interessi: «L’emozione. Le sensazioni che tutti questi universi ti trasmetton­o determinan­o e cambiano il tuo umore, ed è in base a questo stato d’animo che crei». Ed è il mondo delle percezioni il punto di contatto con il fondatore della maison e anche la bussola che guida Felloni verso il futuro del brand. «Non ho conosciuto Roger Vivier di persona, ma ho imparato tanto di lui attraverso le sue creazioni. Quello che traspare è un approccio gentile e giocoso. L’uomo che ha creato il tacco “a virgola”, che disegnava scarpe fucsia o ricamate non poteva che divertirsi lavorando».

Una leggerezza che non è mai sinonimo di superficia­lità, «Vivier era un vero e proprio genio, attento ed estremamen­te preciso in tutto quello che faceva, ma senza mai prendersi troppo sul serio». Proprio questo

spirito nei confronti della moda è portato avanti da Gherardo Felloni. «Penso che il mio compito sia quello di traghettar­e il brand nel futuro e rendere contempora­nei i suoi codici. Cercando di rispondere alle esigenze della donna di oggi, una donna diversa da quella degli anni Cinquanta, che lavora, si muove... ha differenti occasioni nella stessa giornata».

Così, protagonis­ta della collezione Primavera-estate è un’ icona, la slingback “Viv’ Canard”. «La sua forma è talmente speciale che tante volte si è cercato di copiarla, diventando quasi un’ossessione per gli stilisti di calzature. Io l’ho resa una scarpa più da giorno, ma rispettand­o il suo design, mantenendo il suo tacco estremamen­te contempora­neo e di conseguenz­a conservand­one la versatilit­à. È un modello che potresti mettere con tutto». Questa casa di accessori riesce a “vestire” la donna senza però fare abbigliame­nto. «Il processo rivoluzion­ario di Roger Vivier è stato quello di prendere un gioiello, un orecchino, una fibbia e metterlo sulle scarpe. Io oggi faccio un po’ il contrario. Li tolgo dalle scarpe e li metto sulla testa delle donne». Così l’estetica della maison si espande e alle calzature si affianca una proposta sempre più ricca di borse e preziosi bijoux, con la stessa identità.

«Il mio scopo è continuare a dare vita a prodotti durevoli e iconici. Con una speciale attenzione alla qualità» conclude Felloni. Come a dire, un designer capace di sognare (e far sognare) mantenendo i piedi per terra.

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A sinistra, Gherardo Felloni, direttore creativo di Roger Vivier.
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 ?? ?? Slingback “Viv’ Canard” in vernice.
Slingback “Viv’ Canard” in vernice.
 ?? ?? Collier “Disco” con cristalli e perle barocche.
Collier “Disco” con cristalli e perle barocche.
 ?? ?? Sopra, tracolla “Viv’ Choc” di Roger Vivier. A destra, un modellino in carta.
Sopra, tracolla “Viv’ Choc” di Roger Vivier. A destra, un modellino in carta.

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