L’AGNESE VA A RIVIVERE
La vendita del saponificio di famiglia mette in crisi il rapporto tra due fratelli, che prendono strade opposte: lui, spinto dal desiderio di rivalsa, taglia ogni rapporto; lei rinuncia al lavoro e alla creatività per una diversa realizzazione di sé. Una scelta “da rispettare” nell’Italia di ieri ricostruita da Francesca Giannone
ARAGLIE, paese immaginario del Salento, in pieno boom economico: Agnese e Lorenzo, molto legati tra loro, entrano in crisi quando il padre vende il saponificio nel quale lavorano. Protagonisti di Domani, Domani, secondo romanzo di Francesca Giannone, l’autrice di La
portalettere, fortunata opera d’esordio nel 2023 (a oggi 450mila copie vendute), i due fratelli, vittime di una crepa profonda e insanabile, si lasciano spingere verso due “futuri” diversi: lei, creatrice di essenze floreali, decide di non lasciare la fabbrica che il nonno ha creato dal nulla; lui, orgoglioso e impulsivo, va a Lecce con l’obiettivo di trovare i soldi necessari per riprendersi ciò che è suo. E, ancora: lei, nonostante sia agli ordini di un nuovo padrone arrogante, riesce a formulare una saponetta di grande successo, ma s’innamora di un marinaio ligure e decide di seguirlo; lui lavora in una galleria d’arte a Lecce e, rinunciando ad Angela, la fidanzata di paese, sposa una ricca ereditiera, sperando così di ricomprare l’azienda.
Senza spoilerare il finale, possiamo dire che il romanzo è un’immersione nell’Italia Anni 50-60, quando si ascoltavano le canzoni di Modugno e Mina, si ballava il twist, tutte le sere si guardava Carosello e intanto cominciavano le prime proteste operaie. «È il periodo che amo di più», spiega Giannone, nata a Lizzanello, in provincia di Lecce, nel 1982, e trasferitasi, dopo studi al Centro sperimentale di cinematografia a Roma e un corso di scrittura a Bologna, nel milanese, a Buccinasco, dove la raggiungiamo via Zoom. «Per entrare nell’atmosfera ho guardato film come
Il sorpasso con Vittorio Gassman e Io la conoscevo bene con Stefania Sandrelli, ho fatto ricerche negli archivi dei giornali, anche per aggiornarmi sui vestiti indossati all’epoca da operai e persone altolocate. E documentarmi, per raccontare il matrimonio di Lorenzo con l’ereditiera Doriana, sulle cerimonie di quei tempi». Il risultato di tutto ciò ce lo racconta in questa intervista.
Per Anna, alias La portalettere, si è ispirata alla sua bisnonna, prima postina del Salento negli Anni 30-40. Anche Agnese ha qualcosa di suo?
Anna mi somiglia, Agnese non molto. La prima era una donna determinata, la seconda, che all’inizio del romanzo ha 18 anni, è piena di dubbi. Mi ha divertito scrivere di una ragazza sicura e competente in fabbrica, ma incerta e stralunata nel privato, con tutte quelle originalità che finiscono per attrarre il marinaio Giorgio, il futuro marito.
Le protagoniste dei due romanzi fanno percorsi opposti: Anna, che non voleva essere solo madre e moglie, combatte per diventare postina; Agnese, pur creativa e intraprendente, rinuncia alla sua professione per amore. Un passo indietro?
Per Anna era importante trovare una dimensione lavorativa al di là di quella familiare. Agnese prende, a parer mio, una decisione legittima che va rispettata. È influenzata dalla mentalità dell’epoca: la rivoluzione femminista della fine degli Anni 60 non c’era ancora stata. Anche se le piace lavorare, capisce che l’amore può renderla più felice della realizzazione professionale. La sua scelta si rivela azzeccata, anche alla luce di quel figlio diciottenne cresciuto in una famiglia unita.
Alla “portalettere” Anna dedica un cameo.
È un omaggio a sorpresa. Mi serviva per Angela, che sognava di sposare il “suo” Lorenzo, ma viene abbandonata per Doriana. L’incontro simbolico con la postina le dà la forza di provare a cambiare vita.
Quale, tra i personaggi maschili di Domani, domani, ha più amato?
Lorenzo ha un animo buono, ma è fragile e affronta il mondo scaraventando la sua rabbia sugli altri: è accecato dal desiderio di riscatto, fa terra bruciata intorno a sé, commettendo parecchi errori, compreso quello di rompere con la sorella. Giorgio, il marinaio che sposa Agnese, è un personaggio positivo, ha con lei, che non ha mai baciato nessuno, non ha mai bevuto, non è mai stata in una balera, un rap