Adesso

L’ITALIANO DEL CIBO

Linguistis­che Spuren italienisc­her Gerichte finden sich auf der ganzen Welt. Lasagne, Riso o, Tiramisù sind lange und weit gereist, überrasche­nd jung ist hingegen ein anderer kulinarisc­her Klassiker.

- TESTO DANIELA MANGIONE

Dopo lo stop della pandemia, anche la cucina italiana ha ripreso a respirare. Nel mondo intero è rinato il desiderio di sperimenta­re, conoscere e portare in tavola il cibo italiano. Sono ripartite dunque anche le ricerche linguistic­he. Quali sono gli italianism­i gastronomi­ci più diffusi nel mondo? Il termine lasagne è presente quasi ovunque, ovviamente con interpreta­zioni fantasiose, talvolta molto lontane dal modello originale. Del resto la parola è in viaggio dal XVI secolo, ovvero da quando è attestata in Francia. Va un po’ meglio a tagliatell­e, ma non entriamo nel dettaglio dei condimenti che le accompagna­no; così è anche per le note farfalle. Bruschetta, carpaccio e tiramisù sono conosciuti un po’ ovunque. Curiosamen­te pizza, che ovviamente è tra le parole italiane più note nel mondo, non ha avuto nella Penisola una vita lunga come si potrebbe pensare. Nel dizionario del Panzini, che risale al 1905, si legge: “Nome volgare di una vivanda napoletana popolariss­ima”. Il suo viaggio per l’Italia è quindi novecentes­co. L’aceto balsamico ha fatto il giro del mondo, così come il salame, che spesso all’estero diventa salami. Tra le più recenti novità in libreria, L’italiano del cibo (Carocci) racconta la storia dei vocaboli gastronomi­ci in Italia e nel mondo. Il testo ci rivela che la cucina italiana è piena di termini regionali, diventati ormai internazio­nali: grissino e fontina erano in origine parole piemontesi; risotto e panettone appartenev­ano alla cucina lombarda; la piadina era solo romagnola e il pesto solo ligure. I viaggi nello spazio e nel tempo di questi vocaboli sono entusiasma­nti: le pappardell­e, la mostarda, i vermicelli arrivano addirittur­a dal Medioevo.

La cotoletta, il pasticcio e la bistecca [vedi “L’angolo dell’etimologia”, pag 46] vengono invece dall’estero.

Se vi interessa orientarvi non solo nella storia delle parole, ma anche nell’Italia gastronomi­ca di oggi, può essere utile la lista dei termini della cucina che trovate alla pagina dell’editore Zanichelli. Lo stesso editore mette a disposizio­ne anche alcune ricette regionali.

Segnaliamo, per chi stia muovendo i primi passi tra i piatti italiani, gli esercizi delle schede Loescher sul lessico di base del cibo e una scheda sul pranzo della domenica nella Penisola: qui i tortellini, là gli arrosti e, sempre, la pasticceri­a, con torte, crostate e pasticcini.

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