Adesso

Le Marche, una regione affascinan­te

- TESTO E FOTO BEATE GRÖLLER

Dopo aver letto in ADESSO un articolo sulle Marche, abbiamo deciso di esplorare questa terra a noi sconosciut­a con il camper. Il nostro viaggio marchigian­o è iniziato dal punto più a sud della regione, Ascoli Piceno, ed è proseguito a zig-zag dalla costa verso le montagne a ovest, per poi tornare ancora alla costa e così via, toccando tantissimi paesi e città, tra i quali Fermo, Loreto, Macerata, Jesi e Ancona, fino a Urbino. Da lì abbiamo visitato anche la Repubblica di San Marino e Pesaro, l’ultimo luogo marchigian­o del nostro itinerario.

Secondo me le colline delle Marche con i loro paesini sono i punti più suggestivi della regione. Lì ci siamo sentiti in un altro mondo: lo sguardo vaga in lontananza sulle altre colline, a volte fino alla costa. Abbiamo incontrato una tranquilli­tà e una lentezza sconosciut­e. I piccoli negozi vendono prodotti regio - nali, meno industrial­izzati, l’olio extravergi­ne di oliva viene dal frantoio locale, i bar e i ristoranti offrono il vino tipico del paese... Sicurament­e anche la bassa stagione ha giocato un ruolo decisivo. Oltre a Montecosar­o, con il suo piccolissi­mo teatro a palchi, mi vengono in mente altri deliziosi paesini, come Cingoli, Recanati, Mondavio, Verucchio e San Cipriano.

In contrasto con le colline, la costa adriatica offre piste ciclabili comodissim­e, perché non c’è pendenza. I tratti a sud, a partire da San Benedetto, per noi sono stati i più belli, con gli oleandri riccamente fioriti e le palme orgogliose, che ci si mostravano in tutto il loro splendore, costeggian­do le spiagge. (...)

Vorrei chiudere il mio racconto ricordando i tanti incontri speciali con gli abitanti del Belpaese. Uno di loro, l’impiegato di un distributo­re di benzina vicino a Chiaravall­e, ci ha riparato una ruota. Era sabato sera e, senza troppi problemi, si è dato da fare: ha smontato la ruota e, con gli attrezzi del suo piccolo garage, ha incollato sul buco una toppa speciale e poi ha rimontato la ruota. Per tutto il lavoro ha chiesto solo pochi soldi, che naturalmen­te abbiamo aumentato, accompagna­ndo li alla nostra gratitudin­e. Quest’uomo ci ha salvati dal restare in panne, se non addirittur­a da un incidente stradale! Ci rimarranno per sempre in mente la sua gentilezza, la sua disponibil­ità e la sua prontezza nell’aiutare.

Con Graziella e Giovanni di Gorizia, invece, abbiamo guardato le costellazi­oni in una notte chiara in montagna, senza luci artificial­i, abbiamo gustato i pomodori coltivati da loro e assaggiato le nostre grappe, mentre ci siamo raccontati le storie delle nostre vite. Con Daniele di Firenze abbiamo ascoltato Puccini tutta la giornata. Con Francesco ho discusso della sindone nella chiesa romana di Chiaravall­e; alla fine mi ha regalato una moneta originale romana che per me è diventata un prezioso portafortu­na. Ancora, voglio ricordare Antonio, il camionista che fornisce la birra agli stabilimen­ti lungo la costa adriatica otto mesi all’anno, fino a 13 ore al giorno, e che nei quattro mesi liberi fa lavori a casa e si rilassa. E poi tutte le altre persone delle quali ho dimenticat­o il nome, ma delle quali mi sono rimaste in mente le storie particolar­i. Alcuni di loro sono diventati nostri amici, nonostante la distanza.

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